La chiesa parrocchiale
La Chiesa di San Basilio in Grontardo esisteva già nel 1470, quando venne visitata dal Vescovo Giovanni Stefano Bottigella (si conservano gli atti della visita Pastorale nell'Archivio della Curia Vescovile di Cremona). Il Vescovo visita due Chiese in Grontardo: quella di San Basilio, chiamata parrocchiale, matrice, e l'Oratorio di San Salvatore, di cui pure vien fatto l'inventario dell'abbondante suppellettile.
Nelle visite Pastorali del 1500 (a cominciare dalla Visita Trevisano del 1521) si parla di una sola chiesa, quella di San Basilio, con unito il titolo di San Salvatore (probabilmente l'oratorio non c'era più), e così fino al 1721, quando la chiesa di San Basilio venne demolita perché "cadente". In una relazione, conservata in Archivio a Grontardo, del parroco di allora don Filippini, si dice che la Chiesa, "risultando bassa e con travature pericolanti", fu demolita per lasciare il posto ad una nuova chiesa, che fu consacrata il 20 ottobre 1727 dal Vescovo Alessandro Litta. Era composta da una sola navata e circondata dal Cimitero. Il Coro e la Torre vennero eretti a nuovo nel 1733.
Ma le strutture della Chiesa non dovettero poi risultare molto solide se, nella prima metà dell'800, esattamente un secolo dopo, erano già pericolanti. Si decise allora la ricostruzione e, con il finanziamento dello Stato, si operò l'allargamento a tre navate, com'è appunto l'attuale, che venne consacrata il 7 ottobre 1842 dal Vescovo B. Casati. La facciata della Chiesa, in stile neoclassico, è opera dell'Arche Luigi Voghera.
Tra i documenti di maggior valore artistico va segnalato un bellissimo altare in marmo intarsiato del 1700; il Coro in legno di noce della fine del 600, che ricorda la presenza in Grontardo dei Frati Olivetani, dimoranti nel Monastero di San Giovanni al Deserto; la pala dell'altare maggiore dipinta dai fratelli Benini di Cremona nel 1700; una statua il legno di San Giuseppe della scuola del Bertesi; il bancone-armadio della Sagrestia in legno di noce intarsiato del 1700.
Nel 1939/40 la Chiesa venne completamente decorata dal pittore cremonese Giuseppe Tomé. La decorazione, fu inaugurata in occasione della Visita Pastorale compiuta dal Vescovo Mons. Cazzani nel 1940.
Nel 1905 venne abbattuto il vecchio campanile, che era addossato alla Chiesa, e fu costruito il nuovo, alto 52 metri, di alcuni metri staccato dalla Chiesa. Si ricorda il nome del Capomastro: Carlo Mazzini di Persico.
Dal 1982 il campanile ha sette campane, due in più delle normali 5 campane, che risalgono al 1840. Dopo che i ladri hanno restituito le tre campane asportate dal campanile del Santuario della Madonna alla Strada dieci anni prima, si è pensato di collocare cinque campane sulla torre del Santuario (due nuove e le tre fuse nel 1838) e le rimanenti due campane nuove (che i fedeli nel frattempo avevano regalato alla chiesa) sono state collocate sulla torre principale, in attesa di essere completate con la ottava campana per un armonioso concerto a otto campane.